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Dott.ssa Elena Palermo

TERAPISTA ABA

L'autismo è un disturbo generalizzato dello sviluppo che comprende tre maggiori aree

Comunicazione
Interazione sociale
Stereotipie comportamentali

Esso è riconoscibile da sintomi ben individuabili nel bambino, che compaiono entro i primi 36 mesi di vita

✔ stereotipie: comportamenti ripetitivi inadeguati e decontestualizzati

✔ assenza di linguaggio

✔ ecolalie

✔ aggressività verso gli altri o autolesionismo

✔ insensibilità al dolore

✔ assenza di sensazione di pericolo

✔ assenza di interazioni

✔ timore ai cambiamenti

✔ e molti altri...

Video di: A.L.A. Onlus - Tutto l'autismo in due minuti.

ESISTONO CAUSE ESTERNE?

Ultimamente sono sorte numerose discussioni su una correlazione tra la comparsa della Sindrome e i vaccini per bambini, ma non è stato dimostrata questo legame.

LE CAUSE DELL'AUTISMO: È EREDITARIO?

Da anni gli studiosi stanno cercando una causa genetica nella Sindrome, ma ad oggi le risposte sono ancora incerte. è anche sì vero che capita spesso che all'interno di una famiglia vi siano fratelli con entrambi Sindrome da Spettro Autistico.

Possiamo semplicemente affermare che essa sembrerebbe la risultante di vari fattori.  

Purtroppo non è una malattia: infatti non prevede una cura: da esso NON SI GUARISCE.

Parliamo di Sindrome dello Spettro Autistico, che riguarda l'individuo in tutto il suo essere.

Ogni bambino autistico è unico; anche in questo caso ogni autismo è a sé:

  • bambini con un QI molto alto;

  • bambini con comunicazione verbale presente e bambini che non lo posseggono;

  • bambini che posseggono forti stereotipie e chi non lo è;

  • altro.

L'AUTISMO È UNA MALATTIA?

DIAGNOSI

La Diagnosi deve essere effettuata da specialisti: neuropsichiatri a cui i genitori si rivolgono quando essi notano che vi è un qualcosa di "strano" nel proprio figlio.

Altre volte può essere il pediatra stesso ad inviare il bambino verso approfondimenti notando una regressione nel bambino.

Ma cosa viene notato nei bambini, da indurre ad un approfondimento?

  • Assenza di sorriso

  • Assenza del balbettio.

  • Arresto nell'ingresso al linguaggio, sia verbale che non verbale.

  • Tendenza all'isolamento.

  • Elusione dello sguardo e del contatto con gli altri .

  • Riparo dal rumore e della parola degli altri.

  • Assenza di domande.

  • Ripetizione di sillabe o parole- frasi isolate e fuori dal contesto.

  • Ripetizione di frammenti sentiti ovunque.

  • Assenza di gioco simbolico.

  • Comparsa dell'angoscia in situazioni apparentemente normali e/o in presenza di altri.

  • Difficoltà nell'accettare i cambiamenti e il no.

  • Manipolazione stereotipata degli oggetti e fissazione esclusiva con alcuni di essi in concreto.

  • Stereotipi e rituali ossessivi.

  • Scarsa manifestazione del dolore.

  • Alterazione del tono muscolare.

  • Aggressività verso se stessi o verso gli altri.

 

La comparsa di alcuni di questi sintomi è il campanello d'allarme che porterà il genitore a chiedersi: cosa c'è che non va?

 

Si possono trovare informazioni utili su come comportarsi su http://autismoincazziamoci.org/2010/04/05/neodiagnosi/

Sono tanti i genitori che incontro, che sono impauriti e non sanno bene come devono muoversi.

sicuramente bisogna cercare il giusto supporto psicologico ed informarsi su cosa è giusto fare per il proprio figlio.

Sono numerose le terapie che oggi vengono offerte da specialisti con varie filosofie di pensiero:

 

  • TEACCH

  • PEIAD

  • ABA (analisi Comportamentale Applicata)

ADESSO HO LA DIAGNOSI:

CHE FACCIO?

METODO TEACCH

Lo scopo del programma educativo TEACCH è quello di favorire lo sviluppo dell'individuo, la sua integrazione sociale e l'autonomia, tenendo conto dei deficit specifici che il disturbo autistico comporta.

Uno degli obiettivi essenziali è che nell'età adulta la persona autistica possa vivere con gli altri membri della società in un contesto meno segregante possibile, e di permettergli di gestire al meglio la propria vita quotidiana.

Prima di addentrarsi nello specifico delle strategie di intervento, è opportuno ricordare che l’approccio di tipo TEACCH, pur utilizzando tecniche comportamentali come il rinforzo, non è di tipo strettamente comportamentale: infatti, piuttosto che forzare il bambino a modificare il comportamento attraverso la ripetitività e il rinforzo positivo (o negativo), si preferisce modificare l’ambiente in modo che l’apprendimento sia reso più agevole.

Il Programma TEACCH è stato costruito per sviluppare abilità imitative, funzioni

percettive, abilità motorie, capacità d'integrazione oculo-manuale, comprensione e produzione linguistica, gestione del comportamento (autonomie, abilità sociali e comportamentali).

 

http://www.genitoricontroautismo.org/files/TEACCH.pdf

METODO PEIAD

Nato ultimamente, il metodo PEIAD si avvale dell'integrazione del Metodo Teacch e del Contenimento.

Per contenimento si intende il contatto fisico che l'adulto attua con il bambino autistico durante i comportamenti problema di aggressività e autolesionismo.

Si sottolinea spesso come il bambino autistico non sia in grado di manifestare correttamente le proprie emozioni, e quando esse portano il bambino a farsi del male, è necessario intervenire per evitare situazioni pericolose.

                                                                               

http://www.riabilitazionelogopedia.it/home/prevenzione/lapproccio-peiad/

METODO ABA

Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi comportamentale applicata (Applied behaviour intervention, ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattativi nei bambini con disturbi dello spettro autistico. Le prove a disposizione, anche se non definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico.”

Da ultimo anche l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato (gennaio 2012) le linee guida per l’Autismo affermando in modo definitivo che l’intervento comportamentale di tipo A.B.A. è l’ unico a fornire risultati scientificamente provati: “Tra questi programmi i più studiati sono quelli basati sull'analisi comportamentale applicata (ABA, Applied behaviour analysis), che può migliorare il quoziente intellettivo, il linguaggio e i comportamenti adattativi, cioè le abilità necessarie per la vita quotidiana”.

Attualmente tale metodo, pur riconosciuto come metodo più efficace, è attualmente interamente a carico delle famiglie perchè privato. Inoltre sull'intero territorio nazionale le famiglie non sempre riescono a trovare delle risposte adeguate per i loro bambini, vale a dire Centri che erogano un servizio rispondente alle esigenze personali e che utilizzano un modello d'intervento di stampo cognitivo-comportamentale. Pertanto le famiglie spesso si trovano disinformate ed abbandonate con questo problema, senza riuscire ad ottenere realmente nulla che possa aiutare adeguatamente il proprio bambino.

l Metodo ABA prevede la presenza di un Consulente-Supervisiore e di un terapista.

Il Supervisore definisce i programma d'intervento prendendo in esame  specifiche strategie educative rispondenti ai bisogni personali, che hanno come fine ultimo quello di favorie l'apprendimento del bambino. Le strategie prese in considerazione sono riconducibili ai vari contesti d'intervento come:

  • Setting: l’adattamento dell’ambiente attraverso la strutturazione spazio-temporale, la prevedibilità nel tempo, la chiarificazione del compito e delle richieste, al fine di diminuire i problemi comportamentali e predisporre le condizioni di apprendimento;

  • Programmi d'intervento: lo sviluppo di programmi individuali mirati al raggiungimento di obiettivi concreti e controllabili nelle aree funzionali e di sviluppo (imitazione, percezione, motricità globale, comprensione verbale, motricità fine, coordinamento oculo-manuale, area cognitiva e cognitiva-verbale) ;

  • Promozione della comunicazione: insegnamento di strategie di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) mediante PECS, linguaggio dei segni, trascrizione di parole, etc. Tale insegnamento avviene in seguito ad una valutazione specifica ed informale del linguaggio;

  • Attività sociali: insegnamento graduale, sulla base di una valutazione individuale informale dei livelli di sviluppo delle abilità sociali, delle competenze sociali che porteranno il bambino ad apprezzare le relazioni con le altre persone. Si inizia a verificare ed a lavorare gradualmente, nel rispetto delle difficoltà individuali,  sulla tolleranza della prossimità e del contatto con le altre persone;

  • Incremento interessi ludici: aumentare gli interessi ludici del bambino, propronendo l'apprendimento di nuovi giochi seguendo i dettami metodologici ABA-VB e svolgendo attività di piccolo gruppo e/o gioco parallelo;

  • Gestione tempo libero: si insegna la scansione della giornata (lavoro-riposo), e l'associazione di determinate attività con i corrispettivi luoghi.  Si valutano poi le abilità del bambino in momenti di gioco libero individuale (colorare, puzzle, musica, videocassette o televisione, sfogliare o leggere libri ecc;) e di gioco condiviso (giochi di società strutturati: carte, giochi di gruppo, palla) , e si lavora sulla durata dello span attentivo e sull'autogratificazione nell'apprezzare l’attività come divertente.

  • Autonomia personale: indispensabile l’insegnamento delle autonomie personali (pulizia personale e uso della toilette, uso delle posate e comportamento a tavola, vestirsi e svestirsi) attraverso la scomposizione del compito  (task analysis), l’identificazione delle difficoltà individuali specifiche per svolgere il compito e la generalizzazione delle competenze acquisite in ambiente naturale.

 

http://autismoincazziamoci.org/2012/05/01/il-senso-dellaba/

http://autismoincazziamoci.org/2015/02/01/aba-per-scemi/

http://autismoincazziamoci.org/2014/02/04/aba-in-casa-le-debolezze-di-un-modello-di-diffusione/

DOTT.SSA ELENA PALERMO

Master in Consulenza e trattamento Disturbi del Comportamento in età evolutiva presso l'Istituto di Psicologia Scolastica di Roma.

Diploma tecnico Aba.

Laurea in Educatore Professionale, classe della riabilitazione in medicina.

 

 

Ho cominciato la mia esperienza ormai ben 12 anni fa come educatrice-animatrice in centri estivi, dove ho potuto conoscere da vicino la disabilità.

E mi sono accorta, con esperienze anche precedenti nella scuola, che la “diversità” fa paura, ma fa paura perché non è conosciuta.

 

Quello che non si conosce incute un certo timore, timore di non sapere come comportarsi o approcciarsi a tutte quelle persone che sono diverse.

 

Poi ti guardi attorno e ti rendi conto che siamo tutti diversi e allora, quando cammini per strada, quella carrozzina o quel comportamento o quel tratto fisico spariscono.

 

Ma da grande ho compreso anche che, per svolgere il mio lavoro in maniera adeguata, dovevo capire, formarmi: perché le famiglie e i loro ragazzi hanno bisogno di essere accompagnati in un cammino difficile, spesso pieno di ostacoli.

Un cammino che scoraggia: ecco perché io sono un'EDUCATRICE...

L'educatore accompagna nella crescita. Aiutando a scoprire quelle potenzialità nascoste che servono per raggiungere il benessere intimo e familiare.

 

Così, dopo anni di esperienza in comunità psichiatrica, ho ripreso a studiare, diventando oggi Pedagogista del Comportamento.

 

Le mie attività sono numerose... continuate a leggere nel sito, magari troverete le risposte alle vostre domande!

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